PROGETTO EDUCATIVO
Sabato 27 Marzo 2010 07:13

MISSION DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA

La nostra scuola dell'infanzia si rivolge a tutte le bambine e i bambini dai 3 ai 6 anni, è inserita nella tradizione delle scuole cattoliche parrocchiali in cui si è sempre resa esplicita l'ispirazione e i valori di riferimento UMANI e CRISTIANI. E' ambiente comunitario, luogo di accoglienza e di incontro, di promozione umana.

La scuola dell'infanzia ha una VOCAZIONE EDUCATIVA è strumento per la pastorale parrocchiale e per questo occasione per "IL PRIMO ANNUNCIO" alle famiglie dei bambini. Sarà compito di tutta l'opera educativa mettere insieme "la cultura umana con il messaggio della Salvezza .... cosicchè la conoscenza del mondo, della vita, dell'uomo ... sia illuminata dalla fede" (GRAVISSIMUM EDUCATIONIS). La scuola si impegna nella promozione dell'educazione integrale della personalità infantile e, quindi, in una equilibrata maturazione delle componenti affettive, sociali, religiose, tenendo presenti la variante individuale dei ritmi e degli stili di apprendimento, le motivazioni e gli interessi personali.

Il presente progetto educativo pone dunque al centro la PERSONA, nella concretezza dell'esperienza di ogni bambino, sostenendo il processo di costruzione della propria personalità.

La scuola promuove, consolida, lo sviluppo dell'IDENTITA', AUTONOMIA, COMPETENZE E CITTADINANZA.


SCUOLA DELL'INFANZIA PARITARIA D'ISPIRAZIONE CATTOLICA, PARROCCHIALE

La scuola dell'infanzia "romiati" è un'istituzione parrocchiale. Dall'anno scolastico 2000/2001 il Ministero della Pubblica Istruzione ha riconosciuto la PARITA' SCOLASTICA alla nostra scuola con atto Prot. N° 488/4761 del 28 febbraio 2001 ai sensi della legge 62/2000.

Questo riconoscimento è stato ottenuto perchè la scuola risponde ai requisiti ministeriali richiesti. Alla Scuola Paritaria è assicurata piena libertà per quanto concerne l'orientamento culturale e l'indirizzo pedagogico didattico.

Il rappresentante legale della scuola è il Parroco pro-tempore (Dirigente scolastico), coadiuvato da un Comitato di Gestione giuridicamente riconosciuto, secondo le disposizioni della FISM.

I membri del Comitato di Gestione sono designati dal Parroco.

Ogni anno il comitato di gestione elabora e aggiorna un regolamento, atto a portare delle migliorie nella scuola e stabilire ordine nella gestione. Inoltre, in collaborazione con le altre scuole dell'infanzia dell'Istituto Comprensivo di Campodarsego e secondo le direttive regionali, stende annualmente il calendario scolastico.

L'identità della scuola cattolica è legata al Progetto Educativo al quale essa si ispira e che fa esplicito riferimento ai valori cristiani. In essa ogni aspetto dell'attività educativa riceve una specifica ed originale caratterizzazione.

Due sono gli aspetti connessi:

1) l'educazione cristiana che fa riferimento a una dimensione generale della proposta educativa, che si riferisce al modo con cui viene presentato ogni contenuto educativo;

2) l'insegnamento della religione rappresenta un aspetto ed un mezzo specifico che si colloca all'interno di una proposta educativa più ampia che deve avere una sua originalità e un suo taglio particolare proprio in vista della finalità generale assegnata alla scuola cattolica.

Il raccordo scuola territorio, così chiaramente voluto dalla riforma dell'autonomia scolastica, deve trovare vie e metodi appropriati, rispettosi della scuola e delle realtà educative territoriali che interagiscono con esse, famiglia in primo luogo e parrocchia.

In questo quadro, la scuola svolge una vera funzione di ponte tra scuola , famiglia, comunità parrocchiale, offrendo quel servizio educativo che da essa si attende la comunità cristiana che le ha volute.

Questo traguardo riguarda in modo particolare la scuola cattolica parrocchiale, in quanto essa si qualifica particolarmente come scuola della comunità cristiana. D'altra parte i genitori sono al tempo stesso membri di una comunità di credenti e utenti di una scuola parrocchiale e quindi chiamati alla corresponsabilità educativa. 


L'IDEA DI BAMBINO

Il bambino è una persona unica, in crescita, che porta con sè la propria storia e le proprie esperienze familiari e sociali. È un soggetto le cui potenzialità nella scuola devono trovare il giusto spazio per uno sviluppo che sappia armonizzare le esperienze con le fasi di crescita personale. Il bambino è anche portatore di emozioni, che ha bisogno di comprendere, esprimere e comunicare, nel rispetto delle proprie modalità e dei propri tempi. Ha bisogno di sicurezza e di stabilità. Ha bisogno di essere accolto nelle sue capacità e di essere accompagnato a scoprire con libertà il mondo esterno e quello interiore. Il bambino impara attraverso l'esperienza: è un soggetto attivo che costruisce autonomamente le proprie strategie di affronto alla realtà, le proprie conoscenze. L'intelligenza del bambino si sviluppa in molti contesti (non solo nell'ambito logico o linguistico) e può assumere forme diverse di tipo spaziale, corporeo, musicale, scientifico, sociale. I bambini quindi non possiedono tutti lo stesso tipo di intelligenza, non imparano tutti allo stesso modo (modello pedagocico ispirato al cognitivismo di Howard Gardner). I bambini oggi, sono portatori di interessi che vanno orientati, educati, equilibrati. Spesso vivono in contatto con un mondo fatto principalmente di adulti - i genitori, i nonni, i familiari - e hanno bisogno di scoprire la ricchezza della relazione tra pari. I bambini a cui vuole rivolgersi la Scuola dell'Infanzia sono tutti, anche quelli di culture diverse, che portano con sè abitudini e sistemi di significati diversi; quelli diversamente abili; quelli che presentano difficoltà personali o familiari che possono rendere più faticoso il loro percorso di crescita.

IL METODO

Il progetto educativo si concretizza in una precisa serie di azioni educative e didattiche in cui l'insegnante viene considerata come interno al processo di apprendimento del bambino. In questo caso la formazione del bambino non avviene più a senso unico: non è vero solamente che l'insegnante causa dei cambiamenti (apprendimento) nel bambino, è vero anche che l'insegnante cambia (apprende) stimolata dal bambino. "Non sempre tu insegni (lasci il segno), ma spesso tu devi lasciarti segnare dal bambino". Guidare il bambino a sistemizzare i saperi. Il bambino entra nel mondo dei sistemi simbolico culturali attraverso il sapere, che, attraverso la rievocazione, la rielaborazione, l'esperienza diventa cultura, diventa sapere a tutti gli effetti. In questo passaggio, si colloca l'esperienza proposta dalla scuola, che è educativa e "sottolinea gli ambiti del fare e dell'agire del bambino che è immerso direttamente in un mondo che può scoprire". L'esperienza nella scuola ha dei momenti, delle forme in cui viene rielaborata, rievocata, rivista e questo rievocare fa si che l'esperienza si trasformi in sapere, in cultura. Non è quindi solo il fare delle "cose" ma il ritornare su questo fare... Valorizzare e investire di intenzionalità educativa i momenti di routine, di gioco libero, le attività svolte senza la presenza diretta dell'adulto disgelando le valenze educative e formative ad essi sottotese. "Perdere tempo per perdere tempo" per gli approfondimenti del bambino senza lasciarsi prendere dalla frenesia del fare, del concludere l'attività. "Dare tempo ai bambini per assicurare loro un'infanzia prolungata": dovrebbero ritrovare nella scuola dell'infanzia quelle dimensioni che in altri contesti gli sono recluse e che rischia di non fare da nessun'altra parte come gioco, la possibilità di apprendere in situazioni definalizzate, al recupero della fiscità o della percettività nell'approccio alla conoscenza, alla corporeità nell'avvicinarsi ai saperi codificati. Valorizzare i "momenti liberi" di esperienza offrendo un'organizzazione per i laboratori dove il bambino possa calarsi ed esprimere la specificità di ogni campo.

  • Prestare per quanto possibile, attenzione all'individualità del bambino.
  • Cercare di avere un'organizzazione per piccoli gruppi di lavoro che consente di "stare con il bambino per conoscerlo" e poter modulare lo stile di insegnamento sugli stili di apprendimento dei bambini e sulle diversità che li caratterizzano: tempi e ritmi di maturazione, quindi aiutarlo a crescere.

IL RUOLO DELL'INSEGNANTE

Da coloro che sono chiamati ad insegnare in una scuola cattolica ci si attende una reale e documentata competenza professionale, accompagnata da specifiche attitudini, conquistata e maturata anche nel corso del continuo iter formativo. Questo comporta:

  • un'adeguata conoscenza di contenuti e metodi d'insegnamento;
  • il riferimento ad una teoria della conoscenza aperta al trascendente e ad una revisione antropologica ispirata ad un umanesimo integrale;
  • la consapevolezza della natura e del valore del rapporto educativo, nonchè la diaponibilità e la sensibilità nel praticarlo con ciascun alunno in una prospettiva personalizzata;
  • la capacità di lavoro collegiale;
  • la conoscenza e il rispetto di una corretta deontologia professionale insieme ad una effettiva onestà intellettuale.

Un secondo tratto che qualifica l'identità del docente di scuola cattolica è dato dal fatto che questo professionista è chiamato ad insegnare in una scuola che, per sua natura, si richiama ad una tradizione educativa e pedagogica plurisecolare che si identifica con una visione cristiana della persona, della vita, della realtà, dell'educazione. Di questo patrimonio storico la cui ricchezza non è sottovalutabile, il docente ne deve fare proficuamente tesoro. Nel momento in cui prende servizio nella scuola cattolica, il docente si trova inserito in un ambiente al centro del quale, si delinea esemplare e ideale, la figura di Gesù. L'educatore di scuola cattolica è chiamato a proporre i contenuti culturali e le attività educative che un determinato tipo di scuola deve offrire; dall'altra egli propone questi contenuti rifacendosi costantemente ad una filosofia cristiana della persona, della vita, della realtà in genere.

IL RUOLO DELLA FAMIGLIA

I genitori sono i primi responsabili dell'educazione dei propri figli e devono lavorare in stretto rapporto con la scuola dando la propria competenza specifica e rifiutando deleghe educative.

Si configura così una CORRESPONSABILITA' educativa tra scuola e famiglia e comporta per i genitori alcuni diritti e doveri riassumendoli in:

- CONOSCERE/INDIVIDUARE (linee educative, regolamento, POF, avvisi .....)

- PARTECIPARE/CONDIVIDERE (presenziare alle riunioni, ai colloqui, agli organi collegiali,

                                                    agli incontri formativi ...)

- ESPRIMERE (pareri, proposte, bisogni educativi in un dialogo con le insegnanti nel rispetto dei

                        ruoli e dei metodi)

In tal modo è possibile creare un clima relazionale idoneo per la crescita serena e integrale del bambino e per il SUO STAR BENE a scuola, tutto ciò diviene anche fattore qualificante della scuola cattolica.